Bologna è una città che dal primo giorno ci sta
prometendo una parola di addio: un tramonto infinito di matoni rossi.
Non può essere per tutto il sempre. È troppo perfetta, è troppo sogno
per durare più di un erasmus o di una laurea. Dopo un po che uno ci vive
– perchè Bologna non è propriamente una città italiana turistica, ma è
piena esperienze nascoste, bisogna viverla -... quindi, dopo un po che
ci vive, si capisce che il mondo sarebbe perfetto se fosse come
Bologna, dove i cani sono rispettati, i barboni si chiamano pancabestia e
sono felici ubbriaconi e gli artisti in strada in “T day” fano più
soldi di quelli dei bar. Lo stacco dal mondo reale è percepito dal
semplice fato che un musulmano pakistano ha un alimentari nel ghetto
ebreu, a vendere un alcohol che mai assagerà, alcohol che sarà bevuto
probabilmente da anarchisti. E tutto questo in armonia. In questa città
di fate, le bolognese avantaggiate e i pompini sono orgogli comunale.
Anche se i bolognesi non esistono – anche se alcuni dicono di essere, io
no ci credo -, però questo non importa, poichè tutti, dopo un po lì,
sono bolognesi di cuore. A Bologna, la codda non si fa per la
burocrazia, ma per l'acqua della fontana vicina alla statua del netuno.
E, come se lì si avessi trovato il governo ideale, tutti sono re per un
giorno, nel giorno che adossono le corone di loro e subiscono gli
scherzi. Perché essere re vol dire anche questo, come la sottomissione
al popolo in forma di clown. E siccome tutti sono re per un giorno, a
tutti i portici coprono dalla rara pioggia bolognese ( che non si sa se è
rara o se non la percepiamo perchè ci sono i portici). E quando si è
stanco di essere qualcosa, si può dimenticare tutto sdraitado per terra
accanto agli ettrusci, nei giardini margherita. Oppure perdersi in bici
nel centro fino a ritrovare se stesso (e anche ritrovare la strada, già
che tutte le strade escono da Piazza Maggiore).
E la magia sta anche in partire senza aver fatto tutto. Non perchè abbiamo perso la opportunità, tanto perchè non eravamo mai a perdere qualcosa. Ma la guerra di palloncino d'acqua ai giardini, la slitta alla neve dei colli, il giro alla 50 special, la partita live D&D, e tante altre cose sono una idea che ci dice qualcosa: una promessa di ritorno. Una promessa di che scatola di sorpresa chiamata Bologna sarà sempre aperta a dire “Benvenuto” a quello che arriva e “Addio” a quelli che partono. Io la vedo così.
Anche se è finita ora, sono sicura che tutte le vie della mia vita mi portarano distanti da qui, però lo incrocio di tutte: Piazza Maggiore.
E la magia sta anche in partire senza aver fatto tutto. Non perchè abbiamo perso la opportunità, tanto perchè non eravamo mai a perdere qualcosa. Ma la guerra di palloncino d'acqua ai giardini, la slitta alla neve dei colli, il giro alla 50 special, la partita live D&D, e tante altre cose sono una idea che ci dice qualcosa: una promessa di ritorno. Una promessa di che scatola di sorpresa chiamata Bologna sarà sempre aperta a dire “Benvenuto” a quello che arriva e “Addio” a quelli che partono. Io la vedo così.
Anche se è finita ora, sono sicura che tutte le vie della mia vita mi portarano distanti da qui, però lo incrocio di tutte: Piazza Maggiore.
Um comentário:
Droga!
... não sei italiano pra responder a altura...
Baccio!
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